Stappare uno spumante è stappare magia.
Il merito è delle piccole sfere danzanti che vediamo non appena versiamo il vino nel calice: le bollicine
Da dove provengono queste misteriose sfere?
Durante la seconda fermentazione, nota anche come rifermentazione alcolica, il vino diventa spumante grazie all’opera di particolari lieviti enologici che, nutrendosi delle sostanze zuccherine presenti nel mosto, producono alcol, calore e anidride carbonica, il principale ingrediente delle bollicine.
Quando una bottiglia di spumante è chiusa, nasconde al suo interno un perfetto equilibrio tra anidride carbonica sciolta nel vino e pressione del gas esistente. Quest’armonia svanisce nel momento della stappatura della bottiglia. Subito dopo il famigerato ‘botto’, la pressione del gas scende e l’anidride carbonica sciolta nello spumante sale rapidamente verso l’alto sotto forma di bollicine
Perlage e abbinamenti:
il perlage è una caratteristica indistinguibile dei vini spumanti e corrisponde all’insieme di bollicine che, danzanti, salgono nel calice. Oltre ad essere eleganti e raffinate alla vista, riescono a trasportare i profumi e a rilasciarli quando scoppiano nel bicchiere, facilitando l’identificazione dei vari aromi che contraddistinguono il vino
A tavola è possibile sbizzarrirsi negli abbinamenti enogastronomici, per esempio, accanto ad un piatto particolarmente grasso come il baccalà mantecato o dei finger food fritti, ideale è accostare uno spumante come il Col De Mez Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG in versione Brut. La tendenza dolce della pietanza fritta viene placata dall’effervescenza e dell’acidità dello spumante, allo stesso modo dell’untuosità che si contrappone all’alcolicità, creando un abbinamento armonico e lasciando la bocca pronta ad un nuovo assaggio, sia di cibo sia di vino.
Il nostro Col de Mez Brut è amato per le sue bollicine fini, numerose e persistenti, caratteristiche che identificano gli spumanti di ottima qualità
Esiste un modo per esaltare la raffinatezza delle bollicine?
Il primo segreto per evidenziare le caratteristiche di un vino è servirlo ad una temperatura corretta e, per gli spumanti secchi, essa si aggira intorno ai 4/6°C; una volta versato, i gradi aumenteranno rapidamente anche per il solo contatto con il calice.
Il secondo segreto risiede nella scelta della tipologia di bicchiere. Per anni gli spumanti sono stati serviti nel classico flûte, calice lungo e stretto, che permette una lenta risalita delle bollicine dandone importanza a livello visivo a scapito delle caratteristiche olfattive. I profumi vengono esaltati in un calice con un’ampiezza maggiore e un’imboccatura più stretta, così da permettere al budget aromatico di sprigionarsi al meglio.
Il terzo segreto è legato alla quantità di spumante da versare delicatamente nel calice che andrà riempito fino al suo punto mediano (meno della metà) per non creare troppa schiuma, ridurre il contatto con l’ossigeno e per apprezzarne al meglio le caratteristiche.
Nel caso in cui non venga terminata la bottiglia di spumante e la si voglia conservare in frigo, è fondamentale riporla solo dopo averla tappata in modo tale da impedire al perlage di disperdersi e al vino di risultare poi piatto e privo del caratteristico brio.
Noi della Cantina Colli del Soligo proponiamo degli stopper colorati composti da una parte in metallo per conferire resistenza e una in plastica, adattabile, che permette la perfetta chiusura della bottiglia a garanzia di maggiore tenuta
Buona degustazione!
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