Da qualche anno si sente nominare sempre più spesso il termine PIWI ma non è sempre scontato capire a cosa ci si stia riferendo, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Con il termine PIWI si identificano i vitigni naturalmente resistenti alle varie malattie che possono attaccare la pianta della vite.
Le prime sperimentazioni su questi vitigni iniziarono negli anni ottanta in Germania. Si voleva creare una pianta di vite con una bassa suscettibilità all’attacco delle principali malattie crittogame, sempre più presenti ed aggressive oltre che una buona resistenza al freddo ed alla siccità.
Iniziarono così ad incrociare tramite l’impollinazione vari tipi di viti ognuna con le sue caratteristiche di resistenza.
I vitigni PIWI ( che in tedesco vuol dire vite resistente alle muffe ) derivano quindi, da incroci tra la vite europea Vitis Vinifera con un’altra tipologia di vite nata a sua volta da incroci di vite americana o asiatica (la scelta tra le due si basa sul risultato che si desidera ottenere).
Le varietà ottenute avranno quindi ottime caratteristiche di resistenza alle malattie della pianta rispetto ai normali standard con capacità migliori ad affrontare basse temperature e stress idrici. Tali aspetti, permettono quindi una viticoltura eticamente ed ecologicamente più sostenibile sia per l’ambiente che per l’uomo visto che gli interventi in vigna da parte degli agricoltori si riducono drasticamente; questo è l’aspetto più importante che ha spinto i ricercatori alla creazione di tali vitigni resistenti.
C’è comunque da sottolineare che l’ottima resistenza alle malattie fungine di tali vitigni, non li rende totalmente immuni ad ogni attacco di botrite, oidio o peronospora ma di per certo grazie alla messa in atto da parte di queste piante di meccanismi di difesa naturali che vanno a necrotizzare il patogeno, li rendono molto più forti.
I vini ottenuti da queste viti resistenti risulteranno perciò più sani rispetto ai vini convenzionali soprattutto per la quasi totale assenza di trattamenti fitosanitari ai quali la pianta andrà incontro.
Le caratteristiche organolettiche di questi vini sono davvero uniche ed inconfondibili.
Attualmente in Italia è permessa la coltivazione di 10 varietà di vitigni resistenti, queste:
Bronner, il Cabernet Carbon, il Cabernet Cortis, il Gamaret, l'Helios, il Muscaris, lo Johanniter, il Prior, il Regent e il Solaris
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